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Wami: la startup milanese che vuole portare l’acqua a chi ne ha bisogno

Wami: la startup milanese che vuole portare l’acqua nei paesi più poveri

L’acqua è vita. Infatti tutti gli esseri viventi hanno bisogno di acqua per poter sopravvivere senza contare il fatto che per il 60% circa siamo fatti di H2O. Ma ancora oggi, nel 2019, in alcuni paesi più poveri questo diritto ancora manca.

Ed è per questo che una startup milanese sta sviluppando il suo progetto per portare l’acqua dove ancora non c’è. Stiamo parlando di Wami: ne discuteremo nel nostro post odierno di StartUp Magazine!

Wami: la startup milanese

La startup milanese Wami è dell’imprenditore giovanissimo Giacomo Stefanini, e vende bottiglie d’acqua potabile come core business.

Questa startup regalerà nello specifico la possibilità di accesso all’acqua potabile, mediante progetti idrici, in villaggi e cittadine povere dove l’acqua manca. L’idea è già una realtà in alcuni Paesi come Etiopia, Senegal e Tanzania e presto arriverà anche in Kenya e Sri Lanka.

Giacomo Stefanini spiega al quotidiano “La Repubblica” la mission della sua startup:

Water with a mission nasce per rendere straordinario il gesto quotidiano di bere acqua: per ogni bottiglia venduta, infatti si donano, grazie alla realizzazione di progetti idrici, circa 100 litri di acqua potabile a comunità e famiglie che altrimenti non potrebbero accedervi. Su ogni bottiglia – realizzata in vetro o in plastica riciclata –  è stampato un codice che, una volta inserito nel sito web dell’azienda, permette di scoprire quale sia la famiglia a cui si sta donando l’acqua.

Acqua: quanto spreco!

L’acqua è un bene prezioso ma che, soprattutto nei paesi sviluppati, viene sprecato. Infatti in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua sarà presentato uno studio che non lascia adito a scuse: ad essere persi sono il 70% di acqua dolce prelevata in tutto il mondo, che nel settore agricolo sta prosciugando tutte le riserve idriche (in Italia attestanti al 40-45%).

Addirittura se compariamo il consumo giornaliero italiano legato al consumo di prodotti industriali e agricoli, il consumo proprio d’acqua per uso domestico, si conta che ogni italiano consuma al giorno circa 6.300 litri d’acqua. Una vera e propria follia!

Ma come combattere questo spreco?

Di sicuro l’Italia non eccelle nell’ottimizzazione dell’irrigazione dei campi ad esempio. Inoltre dovremmo cambiare la nostra alimentazione a favore di una dieta quotidiana più sostenibile. Consumare carne ad esempio significa privilegiare una produzione che impiega 4.707 in media per un menù a base di carne contro i 2.828 di un menù vegan. Infine sarebbe bene evitare inutili sprechi nella propria vita quotidiana, come consumare troppa acqua facendo scorrere il lavandino, oppure preferire il bagno ad una pratica doccia, che consuma meno H2O.
Poi nel proprio piccolo Wami sta cercando di ovviare a questo problema con progetti idrici nei paesi più poveri cercando di contribuire alla sopravvivenza di interi villaggi dove ancora oggi manca l’acqua.

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