Salute e Medicina

Vaccino Covid-19: la sfida della startup americana Moderna

Vaccino Covid-19: la sfida della startup biotech americana Moderna nel post di StartUp Mag

Trovare una cura, un vaccino per il Covid-19: è questa la sfida che ci attende in questi mesi. Infatti solo così potremmo finalmente debellare questa minaccia e renderla definitivamente inoffensiva.

Fin dai primi tempi di diffusione globale del virus, la comunità scientifica si sta battendo per trovare una soluzione al problema. Il che significa trovare un vaccino per il coronavirus. E occorre farlo repentinamente. Ma ecco che nei giorni scorsi una startup americana nel settore biotech, Moderna, ha forse già sviluppato un potenziale vaccino.

La notizia è apparsa sul “Il Sole 24 Ore” e visto che si tratta di un argomento sempre attuale e legato a una startup, non potevamo non trattarlo anche noi di StartUp Mag.

Moderna e la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-coronavirus

Come detto sin dai primi casi di manifestazione del virus Covid-19, è partita la gara alla realizzazione del suo vaccino. Ovviamente prima di proporlo va testato, prima sugli animali, poi sull’uomo.

La startup biotech americana Moderna insieme al NIH (National Institutes of Health), quest’ultimo il quale è tra i finanziatori dello studio che si sta svolgendo presso il Kaiser Permanente Washington Health Research Institute di Seattle, stato di Washington, è pronta in tempi di record alla sperimentazione umana. Infatti al via i test sull’uomo: 45 volontari sani sono stati scelti per questi test, i quali assumeranno di spontanea volontà diverse dosi di vaccino sviluppato in laboratorio. A comunicarlo è lo stesso portavoce del NIH, il quale ha diramato un comunicato ufficiale a riguardo. Il vaccino anti-covid-19 si chiama mRna-1273. L’obiettivo della ricerca è constatare eventuali effetti collaterali di rilievo per porre poi le basi a una sperimentazione più su larga scala. Se tutto andasse per il verso giusto, il vaccino sarebbe pronto in 3-4 mesi, un record, visto che ad esempio quello sulla SARS fu sviluppato in circa 20 mesi.

I funzionari della sanità pubblica americana ribadiscono comunque che ci vorrà da un minimo di 1 anno a un massimo di 18 mesi per convalidare qualsiasi potenziale vaccino.

Non solo Moderna: anche Inovio Pharmaceuticals, gli israeliani e l’Università australiana del Queensland

Moderna Pharmaceuticals, startup biotech del Massachusets non è l’unica al lavoro in queste settimane.

Sono infatti diversi gli enti che stanno lavorando a una soluzione, chiamata vaccini “plug and play”, poiché più moderni e per questo meno testati. Infatti visto che si conosce già il codice genetico di Sars-CoV-2 è possibile lavorare più velocemente, selezionando piccole sezioni del codice genetico del coronavirus per inserirlo in quello di altri virus. Altri gruppi invece lavorano su frammenti di codice genetico grezzo che una volta iniettati dovrebbero iniziare a produrre frammenti di proteine virali che il sistema immunitario può imparare a combattere.

Ma non è solo Moderna che sta lavorando ad una soluzione al problema del coronavirus ma anche altri istituti e aziende di tutto il mondo, tra i quali citiamo Inovio, società di San Diego che sta lavorando ad un vaccino a base di Dna, oppure l’Università del Queensland in Australia (finanziata anch’essa dal CEPI), oltre che gli scienziati israeliani dell’Istituto di ricerca Migal. Infine abbiamo anche altre multinazionali del farmaco impegnate nella lotta contro il tempo per trovare un vaccino al covid-19, tra le quali citiamo Gsk, J&J, Sanofi e Takeda, e le biotech Regeneron Pharmaceuticals e Vir Biotechnology.

Speriamo che tutto sia più veloce e rapido possibile, anche se non bisogna dimenticare l’appello della Fondazione Bill e Melinda Gates per lavorare ad un vaccino che possa curare ogni tipo di coronavirus. La soluzione potrebbe essere la biologia sintetica, che permette di lavorare ad ogni possibile mutazione del virus, trovando così in tempi rapidi una cura per debellarlo più velocemente.

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