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Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per lo studio dei misteri marini

Lo studio dei mari e degli oceani passa dall’Intelligenza Artificiale

Ancora non abbiamo scoperto moltissimo nello studio degli oceani e dei mari. Infatti tantissimi ancora sono i segreti che si celano nelle profondità marine e che non sono accessibili all’esplorazione umana. Ecco perchè ci viene in aiuto la Robotica e l’Intelligenza Artificiale. Da anni infatti, istituti come il MIT, studiano queste nuovi applicazioni tecnologiche per riuscire a sviluppare una forma utile di AI per aiutare l’uomo a carpire i segreti più reconditi depositati sul fondo del mare.

Ambienti acquatici come il fiume Charles presentano sfide per i robot a causa delle capacità di comunicazione severamente limitate. “Nella robotica marina subacquea, c’è un bisogno unico di intelligenza artificiale – è fondamentale”, dice il professor Henrik Schmidt, docente del MIT.

Una classe speciale all’interno del MIT studia infatti come programmare un veicolo marino pilotato a distanza per una certa missione.

“Non stanno lavorando con un giocattolo”, dice il co-istruttore di Schmidt, ricercatore scientifico Michael Benjamin. “Riteniamo sia importante imparare come estendere il software, scrivere i propri modelli di elaborazione del sensore e il comportamento dell’IA. E poi li abbiamo liberati sul fiume Charles. “

Mentre gli studenti imparano le competenze di programmazione e software di base, sviluppano anche una più profonda comprensione dell’ingegneria oceanica. “Per come la vedo io, stiamo cercando di clonare l’oceanografo e di capire come funziona l’oceano con i robot”, aggiunge Schmidt. “Ciò significa che gli studenti imparano le specificità degli ambienti oceanici – studiando argomenti come l’oceanografia o l’acustica subacquea”.

Alcune possibili applicazioni derivanti l’utilizzo di veicoli robotizzati e dell’Intelligenza Artificiale è lo studio dei cambiamenti di temperature dei nostri mari e del susseguente riscaldamento globale, ma ancora potrebbero essere utili nello studio dei fondali marini e della comprensione dell’oceanografia, riuscendo a navigare e studiare il 95% dei nostri oceani, che ancora risultano inesplorati.

Secondo il dottor Gregory Nannig, un ex navigatore della US Navy, l’aggiunta di funzionalità AI ai veicoli marini potrebbe anche aiutare ad evitare incidenti di navigazione. “Penso che possa davvero consentire un miglior processo decisionale”, spiega Nannig. “Proprio come l’avvento del radar o passando dalla navigazione celeste al GPS, ora avremo sistemi di Intelligenza Artificiale in grado di monitorare le cose che gli umani non possono monitorare”.

Affinchè questi studi possano portare ad implicazioni e scoperte interessanti in questo campo si abbisogna dell’unione di due componenti che risultano necessarie a tal riguardo: la componente hardware e quella software.

Combinando queste due aree di ricerca, Schmidt e Benjamin sperano di creare robot sottomarini che possano raggiungere luoghi in cui gli umani semplicemente non possono. “Ci sono molte applicazioni utili per capire meglio ed esplorare il nostro oceano e possiamo farlo in modo intelligente con i robot”, aggiunge Benjamin.

Che la tecnologia possa essere utile per poter migliorare la nostra vita non vi è alcun dubbio. Per questo è auspicabile un uso massivo di applicazioni tecnologiche, utili a poter implementare la nostra capacità di scoperta, in questo caso dei fondali marini.

Fonte: MIT

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