Swarovski, l’innovazione è nei diamanti creati in laboratorio

Swarovski, l’innovazione è nei diamanti creati in laboratorio e sulla stampa in 3D di vetri e cristalli

Il mondo galoppa verso l’innovazione. Ogni giorno, le tante aziende operanti in tutto il mondo, sviluppano nuovi modelli di business, idee che rischiano di rivoluzionare un intero settore e si impegnano nel trovare soluzioni ai problemi esistenti. Se pensiamo al settore del Lusso, troviamo tantissimi esempi di questo tipo, con le 100 aziende più grandi che concentrano gran parte della ricchezza generata nelle proprie mani (circa 305 miliardi di dollari). L’anno domini 2021 segna inoltre un incremento dell’8,5% del fatturato rispetto al 2020 e un +8,5% rispetto al 2019, anno ancora pre-covid. Un settore, quello del lusso, che quindi galoppa verso nuovi orizzonti.

Una delle aziende operanti nel settore è Swarovski, leader nel settore della produzione, oltre che vendita, di gioielli e prodotti in vetro e cristallo, operante da 127 anni. L’azienda punta forte all’innovazione e dall’articolo pubblicato su Forbes, Michele Molon, Chief Commercial Officer dell’azienda, spiega che il brand punta soprattutto su due fronti: la produzione di diamanti in laboratorio e la stampa 3D di vetri e cristalli. Queste, unite a strategie digitali personalizzate e collaborazioni con altri marchi di moda e lusso esistenti, rappresenteranno le principali sfide nel futuro dell’azienda austriaca.

Quello che ci interessa approfondire è soprattutto la prima innovazione, ossia quella legata alla produzione di diamanti in laboratorio. Questo consentirebbe di non scombussolare l’ecosistema (trovare oggi pietre preziose significa scavare e deturpare l’ambiente) e porre fine allo sfruttamento di lavoratori provenienti dai paesi più poveri. Inoltre, il costo di queste pietre preziose è molto minore di quello sostenuto in caso di pietre estratte (il cui prezzo è gestito dai cartelli dei diamanti). Infine, questi sono del tutto identici a quelli tradizionali. Questo perchè vengono ricreate in laboratorio le condizioni utili affinché quel determinato materiale si produca naturalmente. Nel caso di Swarovski, questo si chiama progetto “Created Diamonds”.

Lo stesso Molon, nell’intervista rilasciata a Forbes, ha così dichiarato a riguardo:

“Parte del nostro portfolio b2b dal 2016, i diamanti creati in laboratorio sono identici in tutto e per tutto a quelli estratti, sia in termini fisici sia ottici, eccetto per la loro origine. Una volta cresciuti, vengono tagliati, lucidati alla perfezione e incastonati in orecchini, anelli, collane e bracciali in oro e argento. Il giro d’affari stimato per i diamanti creati in laboratorio è di circa 6 miliardi di dollari a livello globale, l’8% dell’intero mercato dei diamanti, con livelli di crescita molto più elevati. Al momento ci stiamo focalizzando sull’America, con una nuova linea lanciata in 200 punti vendita tra Stati Uniti e Canada, ma nel futuro offriremo queste collezioni di fine jewelry ai clienti di tutto il mondo”.

Conclusioni

Un modo nuovo di ricreare un lusso, come nel caso dei metalli e delle pietre preziose, partendo dall’innovazione e non più dal mero sfruttamento delle risorse naturali del pianeta, che rapidamente si stanno esaurendo. Queste, infatti, non riescono più a soddisfare una domanda sempre maggiore.

Per le stesse aziende è una sfida da vincere, che porterebbe così anche ad ulteriori introiti per le società, che riuscirebbero a soddisfare una domanda maggiore aumentando l’offerta del prodotto, e quindi lo stesso fatturato. Ben venga l’innovazione al servizio dei cittadini e della popolazione, e allo stesso modo al servizio del pianeta, che ha bisogno di supporto e di aiuto per mantenere il suo equilibrio.