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Startup italiane: intervista a Mirco Piccioni di Hopinion

Startup italiane: a tu per tu con Mirco Piccioni di Hopinion

Per il nostro appuntamento con le startup italiane oggi abbiamo il piacere di ospitare Mirco Piccioni della startup Hopinion, con il quale abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere circa la sua carriera di startupper e della sua realtà. Ecco la nostra intervista!

  • Ciao Mirco parlami di te e della tua startup italiana Hopinion..

Circa 3 anni fa ero totalmente fuori dal mondo delle startup innovative: infatti mi occupavo di commercio e nello specifico di vendita al dettaglio di abbigliamento, dove mi sono preso delle piccole soddisfazioni creando una rete vendita composta di 4 negozi fisici e 2 online. Contemporaneamente mi sono dedicato al settore delle energie rinnovabili e impianti fotovoltaici.

Hopinion mi ha condotto in un ambiente per me nuovo e molto stimolante che mi ha “risucchiato”: quello delle startup. Il percorso è stato particolarmente difficile, perché, non avendo le competenze necessarie per sviluppare un progetto web e relativo modello di business, ho dovuto studiare tanto per cercare di capire le dinamiche fondamentali: “Come trasformare un’idea in un business? Come inventarsi un nuovo lavoro? Come innovare un settore?” E dopo tanto studio mi rendo conto che ancora ci ho messo solo la punta del piede dentro!

Parliamo di Hopinion:

Hopinion è un nuovo social network dove gli utenti possono creare, votare e commentare manifestazioni di opinione (a noi piace chiamarle Hopi). Le Hopi sono una sorta di sondaggio e hanno lo scopo di raccogliere e diffondere il pensiero della gente. La principale innovazione del progetto è la geolocalizzazione dell’argomento. In pratica ogni utente può scegliere l’area geografica dove pubblicare le Hopi e di conseguenza ottenere voti e commenti dalle persone residenti in quella zona. I risultati ottenuti vengono analizzati ed esplicati da Hopinion con dei grafici a  livelli di profilazione come età, sesso e istruzione. Tutte queste informazioni sono fruibili gratuitamente da tutti, anche i media, per diffondere il parere della gente.

  • Cosa sottende alla mission della tua piattaforma? Come prevedi di remunerare da questo progetto imprenditoriale?

Hopinion prende spunto da un Principio sancito dall’Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo redatta nel 1948, che recita:

“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”

Hopinion crede che avere una cittadinanza attiva sia fondamentale per migliorare lo status quo, crede nella democrazia dal basso, crede che il cambiamento debba iniziare dalle nostre città e da tutti noi.

La mission di Hopinion è quella di dare ad ogni individuo la possibilità di esprimere giudizi in modo facile, veloce ed efficace su argomenti di attualità e politica. Hopinion raccoglie informazioni sul pensiero della collettività e aiuta la Pubblica Amministrazione ad agire nel rispetto della volontà dei propri cittadini. Hopinion diventa quindi uno strumento fondamentale per l’interazione tra enti pubblici e tutti noi.

Il modello di business prevede la vendita di servizi alle aziende come: ricerche di mercato, sondaggi di opinione, report territoriali e di account “premium”, tuttavia progetti in stile social come questo, dove l’engagement dell’utente è un fattore indispensabile,  possono cambiare il Business Model in base ai risultati raggiunti.

  • Mi parli del team che vi lavora?

Il Team Hopinion è composto di soli 4 soci:

CEO: Piccioni Mirco. Responsabile marketing e redazione.

CTO: Angelo Galanti. Responsabile dello sviluppo del sito.

CSO: Bruno Conte. Imprenditore seriale e fondatore dell’incubatore social4social.

CFO: Antonella Barbieri. Esperta in gestione finanziaria aziendale.

Abbiamo deciso di esternalizzare il più possibile. Lo sviluppo del sito, ad esempio, è stato commissionato ad una Software House esterna. La scelta di essere in pochi è dovuta al fatto che ancora non abbiamo coscienza di cosa sarà il nostro progetto, quindi prima di metterci in casa altri collaboratori dobbiamo capire bene le priorità.

  • Che consigli ti senti di dare agli altri startupper che vogliano intraprendere questa carriera professionale?

Posso dare alcuni suggerimenti agli startupper e mi riferisco a quelli che si trovano nella prima fase: la fase idea.

Il Team è il fondamento su cui graviterà l’intero progetto e quindi deve avere caratteristiche in grado di portarlo a termine. Mi riferisco sia alle competenze ma anche alle qualità indispensabili come: tenacia, ambizione e tanta voglia di lavorare per raggiungere un obiettivo comune.

Il mondo delle startup è, purtroppo, pieno di mangia-fuoco e come tali vi corteggeranno con offerte di incubazione (occhio che basta cambiare una lettera..) e accelerazione che in molti casi si trasformano in contratti vincolanti dove le giovani startup diventano clienti paganti.

Le risorse finanziarie sono un altro grosso problema. Non crediate che sia sufficiente preparare un Business Plan e un BMC per attirare investitori o aggiudicarvi un bando. Dovete essere voi i primi che ci investono e realizzare almeno un prototipo della business idea. Se non ve la sentite di investire nel vostro progetto, come mai dovrebbero farlo gli altri? 

Cercate di convalidare l’idea, di capire e conoscere chi sarà il vostro cliente o utilizzatore di prodotto o servizio. Che problema risolverà la tua startup per il tuo target di riferimento? Perché non potrà fare a meno di me? Cosa offro io più dei mie concorrenti?

Analizzate attentamente i vostri competitor e se non ce ne sono le cose sono due: o siete un unicorno oppure forse è il caso rivedere il vostro progetto.

  • Cosa pensi del sistema startup in Italia? Cosa manca ancora per colmare il gap con gli altri paesi che investono di più nelle startup?

Ho letto tanto sull’argomento, ma non ho esperienze personali per paragonare il sistema startup italiane e ciò che accade all’estero, quindi preferisco solo riportare le principali difficoltà che ho riscontrato in Italia per avviare la mia startup.

La burocrazie è uno dei principali problemi che si aggiunge alle spese necessarie per costituire e mantenere una società. Si parla tanto di agevolazioni e alcune ce ne sono, ma aprire una società che fatturerà (se fatturerà) nei prossimi 2/3 anni, ha dei costi di gestione che possono creare non pochi problemi.

Gli investimenti: l’Italia, purtroppo, è fanalino di coda nella classifica dei paese Europei che investono in startup. Negli ultimi anni abbiamo visto un grosso aumento delle start up appena costituite, ma è anche vero che queste chiudono entro 2 anni. Quindi è evidente che in Italia o siamo tutti degli imprenditori improvvisati o c’è qualcosa che penalizza queste giovani imprese. Ci sono anche agevolazioni per aziende che decidono di investire in startup, ma vengono poco promosse. Ad esempio l’equity crowdfunding, che dal 2018 è aperto anche alle PMI e non ha avuto il successo sperato.

  • Prossimi passi professionali?

Per i prossimi 2 anni mi concentrerò quasi full time sul progetto Hopinion, perché la startup si trova in quella fase in cui devono arrivare risultati. L’esperienza che ho maturato con il progetto mi consentirà di collaborare con tante splendide persone che ho avuto modo di conoscere in questi anni e, quindi, di proseguire con nuove avventure.

Un saluto ai lettori di Startup Mag..

Un sentito ringraziamento va alla redazione di Startup Mag che mi ha dato la possibilità di riportare alcune mie esperienze che spero siano di aiuto a tutti voi che mi leggete.

Piccioni Mirco

 

Ringraziamo di cuore Mirco Piccioni per il tempo che ci ha dedicato e gli facciamo tantissimi auguri per la sua nuova realtà!

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