Startup dell’ageing: migliorare la vita dei nostri nonni con la tecnologia
Startup dell’ageing: come migliorare la vita dei nostri nonni con le nuove tecnologie
Il nostro paese è sempre più vecchio: a comunicarlo sono i dati provenienti dall’ISTAT e confermati da molti istituti di ricerca, che pongono l’Italia al secondo posto nel mondo dopo il Giappone come tasso di anzianità. Si prevede infatti che entro il 2030 saranno circa il 26,5% della popolazione italiana. Inoltre negli ultimi 20 anni il tasso di over 80 (coloro che superano gli 80 anni di età) è aumentato del 150%. Secondo l’ultimo report Istat l’età media è destinata ad aumentare di 5 anni entro il 2065, con un picco di invecchiamento tra il 2045 e il 2050, quando la quota di over 65 sarà vicina al 34%.
Numeri impietosi di un paese che non cresce economicamente, ma solo anagraficamente. A questo inoltre si aggiungono la tendenza dei giovani ad emigrare all’estero alla ricerca di un impiego stabile e le coppie che rimangono in Italia senza avere figli o al massimo averne uno solo.
Come le startup possono migliorare la vita dell’anziano
Assodato che l’Italia, ma possiamo in generale estendere il discorso ai paesi occidentali, è sempre più abitato da over 70, molte startup si stanno adattando al cambiamento sociale, progettando applicazioni in grado di migliorare la qualità della vita dei nostri nonni. Queste startup sono definite “startup dell’ageing” e il loro target sono appunto gli anziani.
Pur non esistendo una mappatura di queste nuove realtà in continua espansione, possiamo comunque individuare diverse tipologie di startup dell’ageing, in base alle soluzioni individuate per migliorare la vita dell’anziano: abbiamo imprese che facilitano la mobilità di persone che hanno scarsa capacità motoria, innovazioni per il caregiving, brand che si occupano di cure dell’ammalato e salute mentale, fino alle ricerche condotte sul DNA, utili ad allungare la vita media della popolazione.
In un articolo apparso sul quotidiano “Il Sole 24 Ore“ ci sono alcuni esempi di startup che si occupano di questo particolare settore: abbiamo Calico Life Science, startup co-fondata e finanziata da Google oppure Unity Biotechnology fondata da Jeff Bezos, la cui mission è progettare terapie per prevenire o fermare l’incedere delle malattie legate all’invecchiamento; facendo un passo in Italia abbiamo Movendo Technology, una startup di Genova che ha lanciato sul mercato un robot chiamato Hunova, che facilita terapie riabilitative e raccoglie dati utili a monitorare le malattie ortopediche e neurologiche legate alla vecchiaia. Rimanendo in Italia altre startup che si occupano di migliorare la qualità della vita dell’anziano sono Amyko, che ha ideato un bracciale salvavita che ricorda all’utente di prendere le medicine e avvertire un parente ed HeartWatch, il quale consente invece in tempo reale di monitorare la frequenza cardiaca e i parametri vitali, così da prevedere l’insorgere di infarto. Infine QuicklyPro, che ha ideato un dispositivo indossabile che facilita la camminata di chi ha problemi di mobilità e Nively, una startup anch’essa composta da un team tutto italiano, che ha ideato un sensore utile a prevenire la caduta degli anziani chiamato MentorAge.
Insomma le startup dell’ageing possono aiutare gli anziani a vivere questo periodo della propria vita in maniera più dignitosa e indipendente, sfruttando la tecnologia.