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Resto al Sud: il bando che aiuta delle aziende del sud Italia

Fare impresa al centro-sud Italia può sembrare per certi versi una corsa ad ostacoli, specialmente in questo periodo costellato tanto dalla crisi sanitaria quanto dalla crisi economica. 

Niente paura, però, perché grazie al micro-credito e a bandi pensati proprio per risollevare l’economia di queste zone come Resto al Sud si hanno delle possibilità che prima erano impensabili. 

Il Governo ha deciso di finanziare nuovamente Resto al Sud, dopo il successo degli scorsi anni. Aiutare gli aspiranti imprenditori a fare impresa al sud rimane uno dei principali obiettivi che devono essere perseguiti, anche al fine di minimizzare quanto più possibile il gap tra nord e sud Italia. 

Per approfondire tutta la parte tecnica sul bando Resto al Sud è utile fare riferimento ad Contributi PMI, che da anni si occupa di tutto quello che riguarda il mondo della finanza agevolata.

Tutti i finanziamenti all’impresa vengono spiegati per filo e per segno, così da avere le idee chiare nel momento della partecipazione a questo o quel bando.

Ma di cosa si tratta, nello specifico, Resto al Sud? L’attenzione è puntata tutta sullo sviluppo di nuove imprese e attività libero professionali al Sud. Nello specifico la misura si rivolge attualmente agli under 56 che abitano in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e anche nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, tra Lazio, Umbria e Marche. Da quest’anno sono stati inclusi nel bando anche i comuni delle isole del Nord. 

Si tratta di un sostegno statale che permette di avere delle agevolazioni che vanno a coprire il 100% delle spese ammissibili. Il 50% con finanziamento a tasso 0 e il 50% con finanziamento a fondo perduto. 

Chi vuole lanciare un’attività imprenditoriale si può arrivare a ottenere 60.000 euro. Una somma interessante che prevede 30.000 euro a fondo perduto e un prestito di pari entità a tasso 0 che andrà restituito in 8 anni. 

Se, invece, si parla di due soci le somme aumentano fino a 100.000 euro da ottenere sempre con la stessa formula. Si arriva a 200.000 euro se, invece, ci sono quattro soci

A questo punto è necessario capire quali sono le spese ammissibili. Tra queste ci sono le spese di ristrutturazione,  le spese per manutenzione straordinaria di immobili, macchine, attrezzature e impianti. Anche le spese per acquistare programmi tecnologici e i programmi informatici sono inserite nell’elenco. 

Ci sono delle spese non ammissibili? Sì. Sono escluse quelle che sono le consulenze e le spese per il costo dei dipendenti, le spese notarili, le tasse, le spese per la promozione dell’attività e quelle per la progettazione. Inoltre non rientrano tra le voci rimborsabili quelle che sono le spese di investimenti per la sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature già esistenti.