Lean Startup Machine Milano: intervista ad Andrea Romoli
Lean Startup Machine Milano: Andrea Romoli si racconta al nostro magazine
Per il nostro consueto spazio dedicato alle interviste, abbiamo approfondito il tema legato a startup e innovazione, ospitando Andrea Romoli di Lean Startup Machine Milano, con il quale abbiamo discusso di svariati temi molto interessanti, che vi consigliamo di non perdervi!
Ciao Andrea presentati al nostro pubblico..
Sono Andrea Romoli, nasco come programmatore, poi sistemista e per parecchi anni ho fatto questo lavoro. Dal 2011 ho iniziato a lavorare con i social media e frequentando gli ambienti social ho iniziato a frequentarne anche gli eventi. A seguito di questo, ho notato come venivano organizzati questi eventi e allora ho deciso di organizzarne uno da solo. Il primo che ho organizzato è stato Lean StartUp Machine 4 anni fa. L’ho organizzato tutto da solo, per cui ho trovato la location, il catering, lo sponsor, i media partner e i partecipanti; da allora ho iniziato ad organizzare eventi. Adesso organizzo Lean Startup Machine, organizzo un workshop utilizzando la metodologia Google Design Sprint; ne organizzo un altro con Lego Serious Play e sono co-organizzatore del Mashable Social Media Day che avviene ogni anno ad ottobre.
Puoi presentarci l’evento dedicato alle startup “Lean Startup Machine”? Cosa ha di diverso rispetto agli altri eventi del settore? Che approccio è stato adottato nei confronti di tutti i partecipanti?
Lean Startup Machine non è un hackton ne uno startup weekend ma è un workshop, che permette in 2 giorni e mezzo ai partecipanti di capire se la loro idea è valida e quindi portarla avanti fino alla realizzazione oppure occorre cambiare qualcosa, ossia fare il cosiddetto pivoting, quindi cambiare determinate cose a seconda delle esigenze e a seconda dei feedback che ricevono durante il workshop.
Parliamo di startup: quali sono le principali difficoltà che riscontri in Italia sullo sviluppo di nuove imprese? E come secondo te si potrebbe colmare questo gap con gli altri paesi più orientati alle startup? Cosa può dare il tuo evento per aiutare in questo?
La situazione non è semplice poiché negli altri paesi ci sono molti investimenti, anche a livello di venture capital, che in Italia è qualcosa di abbastanza infrequente. Per cui sicuramente i venture capital devono iniziare a fare investimenti non solo per startup già avviate o già formate, ma anche a livello iniziale tanto per intenderci.
In passato LSM ha aiutato alcune startup ad evolvere, a partire proprio dalle idee, per poi diventare delle vere e proprie società. Alcune startup passate, come quella dell’anno scorso in questo momento sta sviluppando la sua applicazione e a breve avrà un’app mobile. Quella ancora precedente è invece incubata in Impact Hub.
Quali sono le principali qualità che secondo te uno startupper deve possedere per potersi distinguere e avere successo?
Tanto impegno e tanta costanza. Credere proprio nella propria idea fino in fondo. Se il founder o comunque chi ha avuto l’idea inizia a non credere più nella sua stessa creatura, viene a cadere il punto cardine della startup stessa e l’idea è destinata ad arenarsi molto presto.
Settori: quali sono i settori in Italia che secondo te possono godere dei benefici collegati allo sviluppo di nuove imprese e perché?
Quelli più in voga al momento sono Fintech e AI, poi prossimamente ci sarà un maggiore interesse anche nella blockchain.
Torniamo all’evento Lean Startup Machine: quali sono stati i premi in palio?
Sono state premiate le prime 3 startup classificate ma non con premi in denaro (problemi burocratici): i 3 giudici lavorano per delle società e ognuno di questi offrirà delle consulenze, chi sulla formazione di una startup, chi legalmente e chi a livello di sviluppo dell’idea imprenditoriale.
Ultima domanda: se potessi scegliere 1 qualità da trasferire ai partecipanti attraverso la partecipazione all’evento, quale sceglieresti e perché?
I partecipanti portano a casa delle nuove competenze che sono quelle acquisite sulla metodologia lean startup; se si è una persona smart (e si è anche divertito), ha avuto la possibilità di fare nuove conoscenze, arricchire il suo network di contatti (che può essere sempre valido qualora decidesse in un futuro di magari contattare qualcuno dei partecipanti per fare qualcosa insieme). In questo caso allora si può dire che l’evento ha raggiunto il suo obiettivo finale.
Ringraziamo Andrea per la disponibilità a sottoporsi alla nostra breve intervista e approfittiamo per fargli un grande in bocca al lupo per la sua carriera professionale.
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