Lavoro ibrido: gli uffici si svuotano e gli immobili perdono valore
Lavoro ibrido: gli uffici si svuotano e lo smart working dilaga secondo l’ultimo rapporto a cura di McKinsey Global Institute
Con l’avvento della pandemia da covid-19 (ma forse anche da prima) si è fortemente diffuso il concetto del lavoro in smart working, ossia da casa, oppure forme di lavoro ibride, che vedono l’alternanza ufficio-casa come ambiente lavorativo. Questo nuovo concetto di lavoro, sviluppato soprattutto nell’ambito impiegatizio e manageriale, nel corso degli ultimi anni ha rivoluzionato il modo di vedere il posto di lavoro stesso, in precedenza fortemente incentrato sulla presenza fisica in ufficio.
Queste nuove forme di lavoro ibrido hanno fortemente impattato sul settore immobiliare, con un crollo del valore degli immobili, che si stima in 800 miliardi di dollari. Queste stime provengono dall’ultimo rapporto a cura di McKinsey Global Institute e riportate anche da Forbes. Nello specifico questa perdita è riferibile al valore degli immobili adibiti ad uso ufficio, entro il 2030.
Come dichiarato dalla stessa McKinsey:
“L’impatto sul valore può essere ancora maggiore se l’aumento dei tassi di interesse lo aggrava e di conseguenza la cifra potrebbe impennarsi, perché le istituzioni finanziarie in difficoltà potrebbero decidere di ridurre il prezzo degli immobili di loro proprietà”
I motivi del lavoro ibrido e le conseguenze
I motivi che hanno spinto manager, aziende e lavoratori a continuare con smart working, lavoro ibrido e forme alternative al lavoro in ufficio, sono legati al benessere del lavoratore, che in questo modo può avere più tempo libero a disposizione e meno stress legato ad uno stile di vita pendolare. Inoltre, potendo contare su un lavoro a distanza, il soggetto può decidere di vivere lontano dal centro cittadino, risparmiando sull’affitto o sull’acquisto di una casa. Allo stesso modo, le aziende e i manager contano sul lavoro ibrido per ridurre i costi fissi, come la locazione degli immobili. Solo il 37% dei lavoratori sono tornati al lavoro d’ufficio post pandemia.
Tra le città più colpite da questo fenomeno abbiamo New York, la quale vede uffici vuoti e utilizzati solo per il 50% rispetto al periodo pre-pandemia. Gli uffici vuoti, secondo Immobiliare.it, occupano ad oggi quasi 7 milioni di metri quadrati.
Dati simili si riscontrano anche in altre città, come Londra, Parigi, Tokyo e San Francisco, dove i residenti preferiscono, inoltre, spostarsi in provincia, potendo contare su prezzi delle case più bassi. Ciò comporta così una riduzione del numero di abitanti delle grandi città. Houston, ad esempio, negli ultimi anni ha perso circa 12.000 residenti.