Italiani e consumo: si teme il carovita e si premia l’impegno socio-ambientale dei brand
Italiani e consumo: si teme il carovita e si premia l’impegno socio-ambientale dei brand, secondo i dati del sondaggio condotto da Toluna, nel nuovo post a cura di StartUp Mag
Gli italiani e il consumo: c’era una volta un popolo che guardava al futuro con ottimismo, fiducioso e che amava spendere i propri soldi. Gli abitanti del nostro paese sono sempre amanti del risparmio ma al tempo stesso della vita, godendosi i frutti del proprio lavoro.
Da qualche anno, invece, la congiuntura economica negativa, la crisi, la pandemia e la guerra in Ucraina hanno fatto in modo da cambiare la concezione degli italiani sul futuro. E questo si riflette negativamente anche sui consumi.
Il Barometro Globale dei Consumatori di Toluna giunge, con l’indagine di maggio 2023, alla sua ventiduesimawave: con un sondaggio da circa 15.500 rispondenti provenienti da 19 Paesi (tra cui l’Italia), questo strumento ha rilevato un quadro ben dettagliato sulle prospettive future di consumo della popolazione mondiale.
Andiamo a vedere insieme quali sono le principali risultanze in merito ai consumi e al modo di interpretare il prossimo futuro. Bentornati su StartUp Mag!
Gli italiani temono il carovita e riducono i consumi
Il primo dato utile risultante dal sondaggio avviato da Toluna riguarda il carovita e su come questo incida sulle prospettive di consumo future della popolazione. Il nostro paese è attraversato da una nube di pessimismo sul futuro rispetto agli altri paesi del mondo. In Italia, ad esempio, solo il 36% si dichiara soddisfatto della propria vita contro il 47% a livello mondiale, anche se in linea con il dato europeo. Stesso discorso per l’ottimismo: in Italia solo il 28% si dichiara ottimista sul futuro contro il 63% del continente americano. Questo si ripercuote sui consumi: solo il 15% degli italiani dichiara di sentirsi fiducioso sulla capacità di spendere denaro per il prossimo futuro e tantomeno che la propria situazione finanziaria possa migliorare nei prossimi tre mesi (il 16% degli intervistati).
Il 63% dei rispondenti in Italia (e il 61% a livello mondiale) concorda sul fatto che le spese di maggior rilievo debbano essere posticipate al prossimo futuro, in attesa di tempi migliori.
Allo stesso modo, gli italiani decidono di mettere in campo tutte le tattiche più idonee per risparmiare: riduzione degli acquisti percepiti come non essenziali (50%), visita di più negozi alla ricerca di occasioni (47%), il confronto dei prezzi sia online che offline (42%) e la ricerca di alternative più economiche (26%), oltre che ridurre gli sprechi, magari recandosi a fare spesa più frequentemente, sono le principali rispondenze a questa situazione.
In un ottica di risparmio, i nostri connazionali sono tesi a rinunciare anche alle attività ludiche e ricreative: mangiare fuori (26%), giocare d’azzardo (20%), andare in vacanza all’estero (20%) e frequentare bar e pub (16%) sono tra le principali attività su cui sono disposti a tagliare, insieme all’acquisto di prodotti di marca (20%). Allo stesso modo, questi dichiarano di aver ridotto l’acquisto di piatti pronti, snack e take-out.
La responsabilità sociale e ambientale delle aziende incide sui consumi
Una considerazione a parte merita di essere fatta sull’impatto sociale e ambientale delle aziende, che incide sui consumi degli italiani. Infatti, il 78% degli intervistati dichiara di preoccuparsi di questi due aspetti e di ritenere importante compiere scelte socialmente responsabili (8 su 10). Il 75% degli intervistati dichiara di impegnarsi nell’acquisto di prodotti di brand che si allineano con i propri valori.
Valori, etica e responsabilità sociale restano i capisaldi delle scelte di consumo degli italiani. Il 70% evita così le aziende i cui valori non sono in linea con i propri, mentre il 74% si distanzierebbe da quelle che presentano un impatto negativo e, specularmente, il 63% preferirebbe quelle impegnate in attività eticamente positive.
Malgrado le buone intenzioni, però, sono due i principali ostacoli indicati dai rispondenti verso la scelta di brand dall’impatto positivo: da un lato la mancanza di informazioni sufficienti sulle attività in ambito ESG (68%) e dall’altro la sensazione di non poterselo permettere (64%).
Eliza Frascaro, Head of Research Southern Europe & MEA di Toluna, dichiara:
“Se il carovita costringe i consumatori a prestare maggiore attenzione alle spese e a rinunciare a quelle ritenute superflue, per i brand la grande sfida è quella di riuscire a valorizzarsi al meglio ai loro occhi per guadagnarsi un posto tra gli acquisti irrinunciabili. Essenziale è allora in questo contesto anche il peso dei valori veicolati dall’azienda: il consumatore odierno, nonostante le difficoltà economico-finanziarie, ha a cuore l’impatto delle proprie decisioni e auspica che al momento dell’acquisto corrisponda una sensazione di orgoglio”.