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Covid-19: le startup hanno comunque assunto nel 2020

Le startup hanno assunto nel 2020 nonostante la pandemia da covid-19

Nonostante la pandemia abbia scombussolato la vita di molti a partire da marzo 2020, una ricerca di mercato condotta da Egon Zehnder e Vc Hub Italia, di cui ci dà notizia Milano Finanza, indica che il 70% circa delle startup italiane hanno comunque continuato ad assumere nonostante smart working e crisi economica.

Vediamo meglio nel dettaglio questa news sul mondo delle startup, nelle righe che seguono.  Buona lettura da StartUp Mag.

Startup e lavoro: il 70% delle startup ha assunto nonostante il covid

La pandemia ha duramente colpito il mondo, sia dal punto di vista sanitario, producendo milioni di  positivi e morti nel globo (e ovviamente sappiamo bene le conseguenze prodotte nel nostro paese), che economico, con una crisi produttiva e finanziaria, senza precedenti. In molti hanno perso il posto di lavoro e hanno visto limitate le loro possibilità di impiego nel periodo che va da marzo 2020 ad oggi. Ma non tutti i settori hanno conosciuto questa crisi economica e non tutti l’hanno conosciuta con la medesima intensità. Infatti, nonostante tutto, l’eco-sistema delle startup ha continuato ad assumere lavoratori qualificati nelle loro neonate imprese. E’ quanto emerge da una ricerca di mercato condotta da Egon Zehnder e Vc Hub Italia, dove emerge che il 70% delle startup ha assunto nuovi dipendenti nel 2020. Inoltre, sempre da quanto emerge dal post a cura di Milano Finanza, l’80% circa delle startup italiane prevede di assumere nuovi dipendenti anche nel 2021.

Ma in quali settori produttivi?

Il settore del Digital è in forte ascesa e le aziende sono alla continua ricerca di lavoratori specializzati nell’ambito Software Engineering, Back End Technology, Data Management & Advanced Analytics e Product Management. Inoltre, le startup rappresentano un modo nuovo di vedere il mondo dell’impresa, meno soggetta alla predominanza maschile (1 manager su 5 è donna), sono PMI (il 73% con meno di 20 dipendenti) e con uno staff dall’età molto più bassa rispetto alle imprese tradizionali (il 63% dei neo-assunti è under 35 e il 90% under 40).

Le nuove società sono poi molto più pro-attive, consentendo ai dipendenti di ricoprire posizioni apicali e partecipare attivamente alla crescita aziendale anche dal punto di vista economico, attraverso compensi in pacchetti di stock option.

Insomma, un mondo in continua evoluzione e che consente di crescere come professionista e persona, partecipando anche economicamente alla crescita dell’azienda nella quale si lavora. Un modello molto più meritocratico rispetto a quelli tradizionali ai quali siamo abituati.

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