Cancro al seno: i brand di lingerie più inclusivi
Cancro al seno: i brand di lingerie più inclusivi del momento si trovano negli Stati Uniti
La lingerie è uno di quei settori che vanno, in questo periodo, per la maggiore. Il mercato globale vale ad oggi intorno ai 43 miliardi di dollari e si prevede un futuro incremento, che lo porterà a circa 84 miliardi di dollari entro il 2028, secondo alcune stime economiche. Per lingerie si intende solitamente la biancheria intima femminile, composta da vari capi, tra cui reggiseni, corpetti, slip, vestaglie e calze.
L’Italia è tradizionalmente uno dei leader di questo mercato, che ha raggiunto quota 16 milioni di clienti e che si stima possa incrementare il proprio numero nel prossimo futuro, nonostante una battuta d’arresto dovuta alla crisi economica, che ha fatto calare il consumo di questi prodotti. Il mercato è composto in generale da fast fashion e brand di lusso, questi ultimi caratterizzati da prezzi più alti e modelli più sofisticati.
In termini di tendenze emergenti, spiccano oggi il comfort, l’inclusività e la body positivity, concetti che stanno spingendo i grandi marchi internazionali a investire nella ricerca nel campo della vestibilità e dell’innovazione dei tessuti. Ed è proprio di questa ultima tendenza che vogliamo parlarvi oggi. Infatti, uno dei mali del nostro tempo è rappresentato dal cancro, e nello specifico dal cancro al seno, diagnosticato purtroppo ancora a tantissime donne, nonostante controlli e prevenzione.
Nell’industria della lingerie, questo aspetto sta attirando l’attenzione di numerose imprese e nascono sempre più marchi “mission-driven“. Nello specifico, come si apprende dal sito Inc.com, sta nascendo una nuova nicchia di mercato nel settore, in riferimento alla consapevolezza del cancro al seno. Uno dei marchi in questione si chiama AnaOno ed è specializzato in lingerie adattiva. Questa azienda ha sede a Filadelfia, USA, e ha progettato le sue collezioni per donne sopravvissute al cancro al seno. La sua founder si chiama Dana Donofree e anche lei è una sopravvissuta a questo male, che gli fu diagnosticato a 28 anni.
L’obiettivo del brand è creare dei modelli che siano indossati soprattutto dalle donne che si sono sottoposte ad una mastectomia bilaterale e ad un intervento di chirurgia ricostruttiva. I modelli sul mercato, in quel momento, non erano attraenti ed erano poche le alternative a disposizione delle donne che avevano questo problema. E la sua founder ha pensato che, come lei, anche le altre donne sopravvissute al cancro “meritavano” di sentirsi ancora desiderate e attraenti. Così che ha creato il suo brand, che offre molti più modelli e opzioni alle sue clienti.
Le consumatrici possono oggi acquistare reggiseni per trattamento – preparazione chirurgica, radiazioni, modelli post-operatori oppure, in base al tipo di corporatura, modelli post mastectomia, lumpectomia, impianti, ricostruzione piatta, seno unilaterale e naturale. E al di là del business, l’azienda ha sviluppato degli interessanti programmi sociali in collaborazione con Pink Warrior Advocates, un’organizzazione no profit, uno dei quali prevede degli indumenti gratuiti forniti alle donne malate di tumore al seno e che si trovano in difficoltà finanziarie. La società stima che nel 2022 abbia regalato già circa 1.000 reggiseni a pazienti con il cancro al seno. AnaOno ad oggi ha circa 30.000 clienti. La sua società ha attirato numerosi finanziatori, tra cui alcuni business angel, che hanno finanziato l’azienda con circa 1 milione di dollari in capitale di rischio.
Ma AnaOno non è l’unica che si muove in questa direzione. Anche Victoria’s Secret ha avviato la sua prima linea di reggiseni per protesi chiamata The Body by Victoria Mastectomy.
Un’altra azienda americana, con sede a San Francisco, ha sviluppato qualcosa di simile con il suo marchio ThirdLove. Questa ha sviluppato e venduto insieme alla stessa AnaOno reggiseni post-operatori.
Heidi Zak di ThirdLove ha così commentato:
“Quando abbiamo avviato ThirdLove nel 2013, l’industria della lingerie non rifletteva affatto l’aspetto delle donne reali, e c’era una mancanza di inclusività in termini di taglia, età, etnia e para-abilità”.
La partnership di ThirdLove con AnaOno si basa sui suoi sforzi esistenti per aumentare la consapevolezza del cancro al seno anche sui social media, tra cui citiamo TikTok.
Ma il cancro al seno deve essere combattuto anche prima della diagnosi, attraverso una maggiore consapevolezza nel consumo e della produzione dei modelli, i quali devono utilizzare delle sostanze che non siano dannose per la pelle e quindi per il corpo femminile. Infatti, esistono delle sostanze chimiche utilizzate per la produzione dei capi di abbigliamento, che incidono nello sviluppo di malattie cancerogene. Michael Drescher, dopo aver perso un’amica per un cancro al seno nel 2001, si batte per la produzione di capi sostenibili e senza l’utilizzo di sostanze cancerogene.
Drescher ha così fondato Vibrant Body Company, un marchio di lingerie sostenibile con sede a Venice, in California. L’azienda è nota per i suoi tessuti certificati come “innocui”. Inoltre, si batte per la prevenzione del cancro al seno, donando il 25% delle sue vendite ogni mese di ottobre all’organizzazione Breast Cancer Prevention Partners, in concomitanza del mese della consapevolezza del cancro al seno.
Di recente, l’azienda ha lanciato un nuovo prodotto chiamato EveryWear Bra, progettato per supportare i tessuti linfatici e impedirne la restrizione. Il design è stato approvato dalla Breast Cancer Alliance e dal BCPP. Ma come si dice, l’azienda è riuscita ad unire l’utile al dilettevole. Tanto da riportare un aumento del 350% del fatturato nell’ultimo anno.